SG Fratta S. Caterina – SG Figline 1965

In un pomeriggio primaverile allo Stadio Burcinella di Fratta Santa Caterina, arrivano i gialloblu del Figline.

I locali sanno che oggi è una ghiotta opportunità per fare punti e smuovere la classifica.

Partono forte i rossoverdi, belle trame di gioco sull’asse Valiani-Cardinali, quest’ultimo lanciato a rete si divora il vantaggio. Siamo al 13° minuto, azione favolosa del numero 10 locale Valiani che mette Cardinali a tu per tu con il portiere ospite, questa volta il bomber locale sigla la rete dell’1 a 0. Fratta avanti. La partita continua a giocarsi e le due squadre si equivalgono, è una lotta a centrocampo. Gli ospiti trovano nel corridoio di destra un po di spazio e fanno male alla retroguardia locale in più di una circostanza, ma senza trovare la rete.

Al 25esimo l’azione che cambia (o meglio che avrebbe cambiato la partita). Zhou da centrocampo lancia in profondità Cardinali, che al limite dell’area viene steso da dietro dal difensore locale, punizione dal limite ma solamente cartellino giallo per il fallo da ultimo uomo, incredibile. Fra le proteste del numeroso pubblico si va avanti. Castelli dal limite batte debole ed è facile per il portiere parare.

Al 25esimo bella azione del Figline che dalla destra manda un pallone in area avversaria, ed è un tap-in semplice per la punta, 1-1. Intervallo.

Ricomincia la partita, partita congelata e si gioca nel centro del campo. Solita girandola di cambi, entrano Pinna, Del Gobbo e Maccarini e quando sembra che la partita sia indirizzata verso l’1 a 1, risultato più giusto succede l’incredibile.

Il Figline attacca sempre sulla destra, palla in area, stop di mano e rete, l’arbitro convalida il gol per gli ospiti. Squadra locale e tifosi sugli spalti increduli per il grossolano errore commesso dalla giovane arbitro. La partita finisce così, Fratta 1- Figline 2.

I locali hanno dato tutto, avrebbero meritato sicuramente almeno il pareggio, però purtroppo oggi le decisioni arbitrali hanno condizionato e non poco il risultato.

Rimane l’amaro in bocca e la rabbia per come è arrivata la sconfitta.